L’accesso ai fondi europei e la competizione internazionale della ricerca

L’Italia soffre di una ridotta capacità di accesso e sfruttamento dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per la Ricerca. Sul VII Programma Quadro, a fronte di un contributo totale dell’Italia al finanziamento del programma pari circa al 14%, lo sfruttamento degli stessi è stato solo pari all’8% circa. Sul fronte delle politiche di coesione, le percentuali di utilizzo dei fondi strutturali vedono l’Italia al penultimo posto, davanti alla Romania, con situazioni particolarmente critiche nelle Regioni della convergenza. Su questo aspetto l’Ateneo dovrà porre particolare attenzione mettendo a disposizione dei ricercatori una task-force operativa, competente, dinamica e con spirito di “servizio” capace di valorizzare i talenti, le conoscenze e i saperi del nostro ateneo supportandoli nella diffusione dell’informazione e nella redazione e gestione dei bandi. Il gruppo dovrà coinvolgere anche i diversi referenti dei dipartimenti con l’obiettivo di creare un servizio qualificato. La competitività nei bandi europei sarà inoltre garantita da una riconosciuta eccellenza nella macro aree strategiche per la ricerca che si andranno ad individuare con le call di Ateneo all’interno degli indirizzi politici di Horizon 2020. L’obiettivo è creare un supporto operativo sia per la stesura che per la rendicontazione di progetti che possa innalzare le nostre percentuali di successo, ora ferme al 18%.

Per il raggiungimento di tali risultati si prevede di operare sulla riorganizzazione del personale interno, e, in particolare al personale tecnico amministrativo dei dipartimenti verrà offerta una specifica formazione per le funzioni connesse alla ricerca internazionale.

“Alla conquista di orizzonti internazionali”

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