Per la natura stessa dell’Università, il progetto Univpm 2020 dovrà mettere al centro della sua strategia le persone.
Le persone dovranno essere valorizzate attraverso un sistema basato sulla trasparenza, sulla partecipazione e sul merito, ed il contesto dovrà essere tale da far sì che queste possano sentirsi sempre stimolate ad accrescere e valorizzare le proprie competenze.
Ognuno, a prescindere dal proprio ruolo (docente, personale tecnico-amministrativo, studente), dovrà essere stimolato a trovare nel sistema in cui lavora un ambiente dove poter esprimere i propri talenti e le proprie capacità professionali, condividendo e portando avanti insieme uno scenario futuro di università.
Per il personale Docente, si propone la definizione di una pianificazione pluriennale delle attività svolte ai fini della carriera universitaria, individuando criteri condivisi e favorendo strutture di raccordo e di rappresentanza per la valorizzazione delle attività di ricerca. Per il miglior supporto alla ricerca, anche sotto il profilo economico, verranno incentivati laboratori condivisi per consentire al personale docente la massima disponibilità di risorse ed attrezzature per avanzare personalmente sul piano della ricerca. Ma si prevede, nel contempo, di continuare a premiare ed incentivare il merito, soprattutto dei giovani ricercatori che sono stati in grado di conseguire importanti risultati e/o riconoscimenti esterni.
A questo avanzamento poi dovremo essere in grado di dare risposta anche sotto il profilo più concreto della posizione in ruolo, proponendo criteri condivisi in grado di valorizzare le aree più attive e propositive dell’Ateneo e di stimolare quelle in sofferenza. Pur nei limiti del modello abilitativo e del DL 49/2012 (modello piramidale) [2], sarà importante dare riconoscimento alle professionalità ed alle attese di crescita di tutti i docenti, effettuando, su una proposta di criteri condivisi, una pianificazione pluriennale delle immissioni in ruolo (conseguenti ai pensionamenti) e degli avanzamenti di carriera, tenendo in conto le opportunità che potrà dare la prossima conclusione della fase più restrittiva del DL 95/2012 [3]. Il modello piramidale introdotto dal DL 49/2012 [2] richiederà di rivedere le funzioni degli associati e dei ricercatori preponendo anche per queste figure l’assunzione di ruoli di responsabilità necessarie alla gestione e al governo delle varie strutture universitarie, valorizzandone le esperienze e le competenze.
Per il personale Tecnico Amministrativo si presterà particolare attenzione alla formazione, anche quella implicita del fare quotidiano che valorizza l’interscambiabilità di ruoli. Il piano formativo sarà finalizzato a stimolare le competenze specifiche (aggiornamento in senso stretto sia per le figure tecniche che amministrative), le competenze trasversali (informatizzazione, inglese, ecc.) e le nuove competenze che emergeranno per cogliere le nuove sfide, facilitando la mobilità verso aree strategiche. La metodologia formativa dovrà tenere conto anche dei recenti approcci sull’”educazione dell’adulto”. Ciò favorirà la crescita professionale e le motivazioni del Personale stesso, a cui sarà importante dare riscontri concreti anche in termini di progressione o di nuovi inserimenti, sempre nel quadro e nei limiti della legislazione vigente. Inoltre, per migliorare la motivazione del personale saranno stimolati turnover e mobilità delle posizioni organizzative.
Sarà importante in ogni caso che tutte le politiche (nuove immissioni, progressioni) riguardanti il personale tecnico amministrativo siano realizzate mediante un corretto e costante rapporto dialettico con le rappresentanze sindacali nel pieno rispetto dei ruoli e nella necessità di trovare nel confronto la soluzione ad ogni questione.
In attesa di riaprire le contrattazioni decentrate, si intende consolidare ed estendere la politica dei benefits recentemente intrapresa dall’Ateneo, al fine di compensare quanto di fatto perso in termini di stipendio per il blocco della contrattazione.
“Un Ateneo per e con le persone, dove la diversità di competenze, ruolo e inquadramento devono rappresentare una risorsa per tutti”